Le Conversazioni per conoscere noi stessi e gli altri

a cura della Dott.ssa Annalisa Scarlata


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È primavera!

Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.
                                     (Pablo Neruda)

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È tempo di fare la valigia

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Lascio a casa la fretta, il senso del dovere, la paura di non essere all’altezza, l’idea che gli altri siano sempre più competenti.
Metto dentro la libertà di espressione, lo stupore delle piccole cose, la forza di un abbraccio, il sorriso condiviso.
È tempo di riconoscere il senso di poter Essere e poter Fare, anche sbagliando e riconoscendo l’errore ma con la consapevolezza di aver vissuto appieno l’opportunità!


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…l’importante è non perdersi!

Luisa: “È straordinario come il fare ciò che piace abbia un potere terapeutico sulle altre cose!”

Adele: “Sapere ciò che piace è già una conquista!

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A livello di crescita, nella sfera sentimentale, nelle scelte delle amicizie, in ambito lavorativo, siamo soggetti a cambiamenti continui. Possiamo decidere di costruire una famiglia, di mettere al mondo dei figli, di andare a vivere nella città che più ci piace, di curare il nostro aspetto esteriore per piacere di più a noi stessi. A volte sono cambiamenti graduali, impercettibili, che osserviamo solo facendo il punto della situazione e guardando indietro; ci accorgiamo di quanta strada abbiamo percorso, degli errori e dei traguardi raggiunti.

A volte auspichiamo fortemente di riuscire a cambiare, quando le cose non vanno, quando qualcosa non piace in noi o negli altri, ci alleniamo a sviluppare una buona autostima, impariamo a gestire l’ansia, a far fronte alla rabbia, a smettere di fumare, ci sperimentiamo in situazioni di gruppo, cresciamo e diventiamo più sicuri di noi.
In alcune circostanze invece, i cambiamenti sono repentini, ad esempio in situazioni di malattia o perdita di un caro, così come in cambiamenti dal punto di vista lavorativo, uno spostamento su nuove mansioni, o addirittura un taglio del personale.
Ciò che accade in maniera improvvisa coglie impreparati, destabilizza, quella che è stata fino a poco prima la routine quotidiana,di cui magari ci siamo sempre lamentati, in un attimo viene messe in discussione, così come la nostra identità. E’ come se perdessimo momentaneamente le nostre abituali lenti, che ci permettono di vedere la realtà delle cose da un’ angolatura che abbiamo ritagliato nel tempo e nello spazio. 

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L’aver individuato la collocazione nel mondo, la meta a cui ambire è fondamentale per non perderci.

Le situazioni possono cambiare, anzi è sano che sia così, diversamente si rischierebbe di scontrarsi con rigidità e noia, ma se in noi è chiaro l’arrivo, sarà più facile pensare che la situazione che stiamo vivendo è passeggera, magari è proprio uno dei passi che occorrono per arrivare all’obiettivo, cambia la prospettiva, con cui affrontiamo la situazione percepita come imposta, in cui sentiamo di non aver avuto margine di scelta.

Per ringraziarti di essere arrivato al fondo di questa riflessione ti voglio salutare lasciandoti  

Tre passi da fare:  list00

  • Il primo passo sarà quello di guardare in te, ricordare quali sono le passioni, che troppe volte hai messo da parte per mancanza di tempo, le capacità e i talenti che hai lasciato nascosti agli altri
  • Il secondo sarà quello di individuare da ora in poi uno spazio nella settimana, per coltivare quello che più ti piace, scegliendo di farlo da solo o con le persone che vuoi accanto
  • Il terzo passo sarà quello di usare tutto il coraggio di cui disponi per poter ampliare lo spazio che hai iniziato a coltivare, al punto 2,  abbandonare quello che non ti piace, e dedicare le tue energie in qualcosa di bello e creato da te.

Buona fortuna!

“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”

   (da “La tempesta ” di W. Shakespeare)

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1 Commento

….chiudere la porta

Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori.         (Italo Calvino)

A me capita quando sto per “chiudere una porta”. Quando maturo la scelta di chiudere una collaborazione, lavorativa o di volontariato, preferisco lasciare decantare un po, specie se la situazione è carica di tensioni.
Penso che le porte si debbano chiudere nel modo più cortese possibile.
Cambiando le condizioni le relazioni si possono ricucire, se la porta è stata sbattuta sarà più difficile ristabilire il dialogo.